Titolo: Arva Vacua
Regia: Galia Bezukladnikova, Ilaria Fasoli, Valentina Rizzi, Daniela Vernaza, Anita Zampieri
Soggetto e sceneggiatura: I. Fasoli, V. Rizzi, D. Vernaza, A. Zampieri
Montaggio: I. Fasoli, V. Rizzi, D. Vernaza, A. Zampieri
Fotografia: I. Fasoli, A. Zampieri
Musica: G. Bezukladnikova
Anno: 2019
Durata: 8’ 35’’
Sinossi: La “Carte de Tendre” è una mappa ideata da Madeleine de Scudéry attorno la metà del Seicento inserita all’interno del suo romanzo Cleliè, Histoire romane. Nel racconto d’amor cortese da cui il video trae e ricompone le parole, la protagonista disegna in forma geografica un itinerario emozionale attraverso cui dover viaggiare per giungere a Tendre, paese della Tenerezza, attraverso lunghi e rischiosi itinerari. Le emozioni assumono la forma di una topografia amorosa, in cui il paesaggio esterno diviene figurazione di quello interiore, offrendo infinite letture metaforiche e portando chi la osservi a percorrerne le vie rispecchiandovi la propria esperienza. Arva Vacua (terra sconosciuta) ripercorre le forme dell’itinerario psicogeografico dei sentimenti attraverso suggestioni provenienti dalla natura, dal territorio vissuto e urbano. Il paesaggio assume i contorni di realtà vissute e trasognate unite alla forte presenza corporea, al contempo protagonista e guida del viaggio verso la sconosciuta sede degli affetti più puri.
Titolo: La città è tranquillissima
Regia: Teresa Manduca, Federico Pevere, Julien Zaccardi, Michela Sartini
Soggetto e sceneggiatura: T. Manduca, F. Pevere, J. Zaccardi
Montaggio: T. Manduca
Fotografia: T. Manduca, J. Zaccardi
Musica: Wow, “Il Vento”; Holiday Inn, “Mob Mob Mob”
Anno: 2018
Durata: 13′ 41”
Sinossi: Il documentario prende vita in Oltretorrente, quartiere popolare di Parma storicamente conosciuto come luogo di resistenza antifascista e famoso per le barricate del 1922. Ora ai confini, attraversata da un lungo viale alberato, vi è una zona residenziale tra Barriera Bixio e Piazzale Santa Croce in cui scorrono macchine e biciclette: è il mondo di Paolo, un pensionato che ha visto negli ultimi tempi il suo quartiere cambiare così tanto da non riconoscerlo più. Paolo, protagonista del documentario, ha deciso di “rompere” la quotidianità tranquilla e ordinaria delle sue giornate e di scendere in strada, facendo qualcosa che ritiene importante per la comunità e che crede possa contribuire a ritrovare una felicità perduta.
Titolo: Le Flâneur
Regia: Giorgia Ghiretti, Folco Soffietti
Soggetto e Sceneggiatura: F. Soffietti
Montaggio: G. Ghiretti
Fotografia: G. Ghiretti, F. Soffietti
Musica: G. Ghiretti
Anno: 2019
Durata: 10’27”
Sinossi: Il corto racconta, tramite un’intervista originale e materiali d’archivio, il percorso da dentista a scrittore viaggiatore di Gianluigi Gasparini, in arte Marco Steiner, grazie all’incontro con Hugo Pratt. Tra brani di romanzi, viaggi nel Pacifico e suggestioni narrative, lo scrittore viene invitato a ripercorrere le sue scelte e la frequentazione con il creatore di Corto Maltese, che lo incoraggiò alla scrittura e inventò il suo nom de plume.
Titolo: Immoto
Regia: Luigi Fronteddu, Silvia Guadagnin, Tommaso Mauriello
Soggetto e Sceneggiatura: L. Fronteddu, S. Guadagnin, T. Mauriello
Montaggio: L. Fronteddu, T. Mauriello
Fotografia: L. Fronteddu, S. Guadagnin, T. Mauriello
Musica: John Cale, “Stainless Steel Gamelan”
Anno: 2019
Durata: 9’40”
Sinossi: La nave, il traghetto (come tutti i mezzi di trasporto) connette due luoghi distanti tra loro ma nel tragitto, di fatto, non si trova da nessuna parte. Questa sospensione spazio-temporale è accentuata dal fatto che il traghetto si muove nel mare aperto, in piena notte, annullando/limitando la percezione dell’orientamento. Questa dimensione si riflette, in secondo luogo, su chi abita la nave e sullo spazio navale in sé: è un luogo di passaggio ma che allo stesso tempo si fa casa, un controluogo (un’eterotopia), dove il reale viene al tempo stesso rappresentato e sovvertito. La nave, come lo specchio, è il luogo in cui non si è totalmente immersi nella realtà. Nascono comunità di persone con consuetudini affini e diverse alla terraferma, la vita quotidiana è sospesa per una notte, nell’attesa di riprendere il proprio lavoro al volante di un tir, o di raggiungere casa o viceversa il continente.
Titolo: Montagne Blu
Regia: Emma D’Orto, Giovanni Perolo, Vera Dallavalle, Francesco Dejaco
Soggetto e Sceneggiatura: E. D’Orto, V. Dallavalle
Montaggio: F. Dejaco
Fotografia: G. Perolo
Musica: “Invisibile agli occhi” di Luca Mauceri
Anno: 2019
Durata: 19’59”
Sinossi: “Sarà come riportarle qualcosa di perso, di buono. Come quando chiudi gli occhi e cerchi di ritornare in un posto dove sei stato tante volte e ti sei sentito bene. Un luogo sicuro. Cerchiamo di farle vivere esperienze il più possibile felici. Lei mi ha sempre detto che al di là di tutto, se tu porti la felicità, questa riempie la stanza, si ruba il dolore e lo fa uscire dalle finestre. Diceva così: Apri, spalanca!”
Elena, figlia di Maurella
I nostri ricordi più profondi sono strettamente connessi ai luoghi in cui li abbiamo vissuti. Per Maurella era la ciclopedonale che percorreva dalla Val Brembana fino a Bergamo Alta. Iniziò ad andare in bicicletta quando il cardiologo le disse che pedalare le avrebbe fatto bene. Da quel momento iniziò a percorrere 70 km al giorno. Da qualche anno le è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer ed una demenza fronto-temporale. Le montagne che vedeva ogni giorno in bicicletta oggi le vede solo dal giardino della casa di riposo in cui è ricoverata. Gli operatori, insieme alla figlia Elena ed al marito Carlo, decidono di farle provare una terapia non farmacologica chiamata Cyclette virtuale e ci coinvolgono nella realizzazione del video del percorso che lei amava tanto fare. Un viaggio insieme, una possibilità di evasione, nella speranza di mantenere il contatto con un passato che si sta inesorabilmente sgretolando e un modo per ritrovare l’equilibrio familiare spezzato.